Griesschlucht
Discesa difficile in Svizzera con una squadra internazionale
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Dopo alcune cascate, Evan parte sulla cascata da 25, sotto è piuttosto ingaggioso,
le due pareti dietro sembrano una mandibola pronta a triturarlo.
La cascata alla fine di questa sezione di canyon prende anche il
nome locale di Pochtenfall, "la trituratrice".
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Una foto sparata quasi al buio, subito dopo la cascata da 25 m, si procede
con le frontali, soprattutto per trovare gli ancoraggi.
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All’uscita dalla cattedrale. Questa calata è molto ostica perchè ci si
cala su di un tronco incastrato a livello dell’acqua. Il fix originale si
trova subito sotto il tronco per cui il livello di soglia della cascata
si è alzato di almeno 2 metri. |
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Ancora la stessa calatina all’uscita dalla cattedrale. Evan si prende
150 litri d’acqua ghiacciata addosso e nello stesso tempo
deve evitare di restare impigliato nelle radici del tronco
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Ancora Evan sulla calata da 30, forse meno, che porta fuori dalla prima
sezione del canyon. Qui assomiglia abbastanza al Palvico anche se la
roccia è più scavata e crea delle grandi quinte. |
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Parte intermedia.
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Scende Evan, tutto ok il chiodo c’è, si vede l'affluente dietro a sinistra. |
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Questa sezione è breve e si passa con tre piccole calate, il secondo
chiodo è difficile da raggiungere perchè non ci sono mai gli ancoraggi
di mancorrente. Si vede dietro il punto dove entra l’affluente, la
portata qui aumenta di almeno 50 litri. |
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Hexen Kessel, le marmitte della Strega. Qui inizia la terza parte, ben
visibile dalla strada e dai sentierini turistici. La povera strega è
stata travolta dalle piene del 2011, ora non c’è più!! |
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L’acqua è fredda, bisogna pur fare qualcosa per riscaldarsi !!!! Attento ai denti ;-) |
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Le marmitte della Strega. Scende prima Manu e dopo Evan. La roccia qui è
diversa. Si caratterizza da tanti bernoccoli sparpagliati, forniscono
un’ottima presa per i piedi, ricordano piuttosto i tipici bubboni della
strega. Un turista-canyonista francese ci osserva da vicino. |
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Per raggiungere l’ancoraggio successivo bisogna sfruttare la corda della
calata precedente. I chiodi sono posizionati bene, riparati dalle
piene, ma difficili da raggiungere |
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Un’altra calata difficile. Bisogna scendere e dopo pendolare obbligatoriamente a sinistra sotto la cascata.
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Si vede bene che a destra è un vicolo cieco, bisogna assolutamente
evitare di finire nell’acqua turbolenta lì in fondo.
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Evan passa per primo, forse è più facile di quello che appare visto dall’alto.
Un pò di nastro americano sulle caviglie va bene per tenere fuori l’acqua gelida !
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Si intravede la fine del canyon, Evan saltella come un bimbo per la gioia, e sotto c’è pure un mini toboga!
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Qua c’è un evidente sifone, con portata maggiore diventa difficile da vedere e anticipare, noi ci siamo passati sotto.
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Ormai siamo alla fine, mancano due dislivelli da arrampicare. Ci siamo !
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Alcune foto prese dall’esterno, dal ponticello superiore. Nelle prime
due l’inizio del canyon in un giorno con troppa acqua. Dall’altro lato
si vede solo la fenditura che sprofonda tra le pareti coperte da muschi
molto spessi. |
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Il ponticello
intermedio vicino alla strada, parte superiore del canyon,
sotto si trova la Cattedrale. La forra è
larga 2-3-4 metri e sotto
non si riesce nemmeno a vedere l’acqua
talmente
la gola è tortuosa e profonda.
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Alcune foto della parte inferiore, le Hexen Kessel, anche qui
con una portata troppo alta per effettuare la discesa.
Le foto sono fatte dalla strada o avvicinandosi facilmente al torrente.
Questa discesa si può fare solo da fine ottobre in avanti, e non tutti gli anni, quando le zero termico scende
a sufficienza da ridurre la portata del torrente. Nella foto a destra,
l’ultima pozza, si intravede un grosso tronco nell’acqua bianca,
quando siamo scesi questo rimaneva al di fuori dell’acqua.
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