venerdì 21 novembre 2008

Rio Vollungo


Esplorazione in Valle dell'Orco - Piemonte

Una simpatica edicola sul sentiero di avvicinamento.

Bella cascate-toboga, alcune pozze sono piuttosto profonde. Il Rio Vollungo è scavato nello gneiss, a tratti simile al Boggia.

Ancora una bella cascata, per scendere ho usato gli alberi a fianco dove era possibile.

Ci sono anche tratti ingombri di blocchi, l’aderenza è ottima e si passa bene.

Il percorso è abbastanza lungo, qui una bella cascata verso metà discesa. Questa esplorazione l’ho fatta da solo.

Il doppio blocco incastrato. Dopo metà discesa il percorso diventa sempre più continuo e interessante.

Un’altra bella pozza tuffabile.

Un passaggio di arrampicata delicato.

L’unico spit che ho messo. Per il resto solo arrampicata o alberi per calarsi.

Dallo spit ci si cala in una roulotte, in fondo c'è molta turbolenza.

La bella pozza dopo la goulotte, poco prima della fine del canyon.


sabato 15 novembre 2008

Rio d'Alba


Riscoperta in Val d'Ossola - Piemonte

Evan, che come sempre viene da Londra, finisce di prepararsi alla partenza, dietro la montagna è già innevata.

Dopo i primi salti semplici le cascate diventano belle esteticamente.

Niente male.

Un’altra super goulotte, molte cascate hanno questa forma. I chiodi in posto sono scadenti ma ancora utilizzabili.

Questa cascata invece è tutta una serie di scalini fino in fondo, comodi per scendere!

Subito più avanti il percorso riprende ad essere bello e regolare. Sempre delle goulotte di diversa difficoltà. La roccia è molto bella, piena di cristalli di vario colore. La giornata è grigia ma è perchè siamo sul versante nord-est e il sole non ci può raggiungere, comunque a novembre il sole è piuttosto basso.

Evan si diverte anche a fare da modello, d’altra parte non c’è scelta visto che siamo solo in due.
Comunque le cascate non sono per niente facili e non si riesce proprio ad evitare l’acqua

Si comincia a vedere la valle qui dove il canyon si apre, siamo ancora altissimi rispetto al fondovalle, il dislivello è tanto.

Evan attacca la cascata di 65 metri, ci sono almeno 400 metri di dislivello ancora da scendere.

Più sotto troviamo questo camoscio caduto nel torrente. Dalla pupilla bianca si deduce che aveva la cataratta, probabilmete originata da una malattia contagiosa che periodicamente colpisce i camosci.

Un veloce spuntino, sullo sfondo si vede in parte la cascata di 65 metri. Ci aspetta qualche piccola cascata e per finire il grande cascatone finale.

L’ultima cascata che intaglia le placche e ci si affaccia sul grande salto.

Ancora una piccola vasca turbolenta e profonda e siamo alla fine.

Evan sul primo frazionamento a fianco della cascata. Non sembra ma ci vogliono 5 lunghe calate per raggiungere il fondo. Riusciamo anche a prendere un pò del sole pomeridiano. Gli armi sono sempre delle catenelle indecenti. La discesa nel complesso ci è sembrata impegnativa: freddo, tante cascate, chiodi scadenti e niente sole per tutto il giorno.