Tassili N'Ajjer
Una fantastica spedizione esplorativa nei canyons del profondo Sahara Algerino
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Ora siamo a 30 km da Djanet, abbiamo appena dormito nel letto di un Oued grande
(Oued= torrente dove l’acqua scorre solo in caso di pioggia) per terra con materassino e sacco a pelo,
ora arrivano i cammelli per il carico, sembra di essere in un film. Il Touareg arzillo
in primo piano ha 70 anni, dopo ci lascerà per andarsene per conto suo con alcuni cammelli.
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Moneta locale |
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Per caricare tutti i cammelli con materiale e provviste ci vuole
ogni volta minimo 1 ora, questa corvée si ripeterà tutti i giorni, nel caso si
faccia sosta; mattino, mezzogiorno e sera,
i cammelli vengono scaricati e dopo si ricomincia.
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Abbiamo 4 cammelli da carico più uno apprendista giovane “stagiaire” che non porta niente, ogni camel
porta fino a 150 kg e ne pesa 300. Come aiuto c’è Driss (in foto)
il cammelliere, Djamal il cuoco e Souri (64 anni circa)
la guida e capo della spedizione. I materassi che usiamo per dormire
vengono anche usati per imbottire il carico del camel però
non puzzano.... i materassi, l’alito dei cammelli invece è da svenimento.
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Paesaggio tipico, sembra di vedere gole ovunque ma al 99 % sono solo fenditure tra le torri.
Patrick ha organizzato il viaggio.
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Una sosta |
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Una breve tratto di canyon che visitiamo a piedi, l’acqua passa sotto un
arco. Ci tiriamo sù un poco il morale, finora abbiamo solo visto
qualche guelta e zone aride. Guelta = pozza d’acqua permanente, seccano
solo dopo lunghi periodi senza precipitazioni. Piove solo una volta
all’anno, in media. |
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Il suolo sabbioso degli Oued, essiccato dal caldo secco. |
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Souri ci fa passare in questa gola carina, i cammelli fanno un altro percorso e dopo li raggiungeremo |
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Un’altra piccola gola, cerchiamo di farci dare più informazioni possibile da Souri che conosce molto bene il territorio |
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Il primo campo |
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La truppa cammellata al completo con Driss e Souri che sistemano il carico.
Il Tassili è formato da altopiani a vari livelli, sembra sempre di arrivare in cima ma invece c’è
sempre un’altro livello più alto. Qui siamo al secondo giorno di marcia.
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La compagnia al completo. Da sinistra: Pady e Morta dalla Spagna,
Bastian e Patrick dai Pirenei Francesi, Pascal dall’Italia
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Altopano intermedio, in fondo al centro c’è l’Akba, ossia la salita, per raggiungere il successivo altopiano.
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L’ultimo strappo per arrivare sull’altopiano del Tassili, al cospetto di una bella guglia. |
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Sull’altopiano. Per i Touareg sono il loro pascolo, ci sono zone con un
poco d’erba. Oggi 4,30 h di marcia per aggirare e raggiungere la sommità
del canyon di Eghari Oua Mata che esploreremo. |
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Un passaggio in Eghari Oua Mata, subito tanta acqua, non c’è scorrimento.
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Durante la discesa passiamo in un altopiano intermedio, Su questo albero
si vedono i segni delle piene con erba impigliata fino a 2,5 metri di
altezza. |
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Classico incontro in ambiente desertico, i resti di un asino. |
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Inizia di nuovo il canyon, subito con alcuni bei guelta e una pozzona rotonda |
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Un ambiente caratteristico del canyon di Mata, cascate e lunghe nuotate in continuazione
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Ancora passaggi vari di Errari Oua Mata, alcune cascate
si possono arrampicare in quanto non c’è scorrimento,
in altre sezioni si cammina su sassi o sabbia dove l’acqua è evaporata.
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Qui siamo alla fine di Mata, Pady sta mettendo uno spit, l’unico di tutto il canyon
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Oggi canyon di Errari Oua Talou. L’ambiente è ancora più monumentale. Si
passa tra pareti alte fino a 150 metri, in strettoie allagate fino al
metro di larghezza. A 20 metri di altezza si vedono i segni di passaggio
dell’acqua. Basta 1-2 giorni di pioggia e qui scoppia il finimondo. Il
bacino a monte è vastissimo. |
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Ancora Talou, percorso lunghissimo che abbiamo sceso in due giorni
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Il Team alla fine di Talou intermedio |
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Ancora Errari Oua Ilou, un altro canyon gigantesco |
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Zucchine selvatiche, si trovano solo nelle zone in ombra con molta acqua
nelle vicinanze, grosse come un pugno ma non commestibili. Sembrano
delle perfette angurie in miniatura. |
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Ilou, un passaggio splendido che prelude ad un’altra lunga strettoia allagata, alcune sono lunghe 300 metri, da fare a nuoto.
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Errari Oua Ilou, uno dei rarissimi toboga che abbiamo incontrato. Le
pozze hanno colori diversi anche a pochi metri di distanza, questo
dipende dalla diversa esposizione al sole e dal conseguente diverso
sviluppo delle alghe. |
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Camel, riescono a mangiare le foglie dalle piante di acacia che sono
protette da spine lunghe durissime e che i Touareg usano per fare aghi. |
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Souri si gode il panorama durante l’avvicinamento.
Forse qui intorno hanno girato scene del film guerre stellari. A noi sembra di essere su un altro pianeta
ma per lui sono solo le montagne dietro casa dove ha vissuto la sua esistenza.
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Morta nella marcia di avvicinamento al canyon di Ouded
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Due passaggi di Eghari Oua Ouded, il canyon più stretto che abbiamo scoperto, una decina di calate in sequenza
in ambiente sempre angusto e profondo 100 metri circa. Si nota la diversa colorazione
dell’acqua delle varie pozze. La temperatura dell’acqua all’ombra poteva oscillare tra
10 e 18 ° C circa, probabilmente a causa della diversa profondità delle vasche.
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Djamal prova per scherzo a caricarsi uno zaino. |
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Driss recupera i cammelli dal “pascolo” che si vede dietro. I cammelli
si muovono quasi esclusivamente su terreno sabbioso, qui siamo al
limite. Il verso dei cammelli è praticamente uguale a quello dello
scimmione di guerre stellari, Ciubecca. |
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Djamal alle prese con la cucina da campo |
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Foto di gruppo sulla via del ritorno |
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Tramonto sull’Erg Admer prima di prendere l’aereo per Algeri
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