venerdì 15 ottobre 2010

Utah


Utah

Discese ed esplorazioni di nuovi canyon in Utah e Arizona in ottobre

E’ il secondo viaggio in america quest’anno, c’è così tanto da scoprire 
che non resisto alla tentazione. Ho organizzato il soggiorno con diversi amici
 americani, se tutto combacia dovrei fare discese a tempo pieno 

Devo dire che tutto ha combaciato, anche troppo, ho fatto 17 discese in 18 giorni 
di cui 5 esplorazioni di nuovi canyon. Tante foto e troppe storie da raccontare, 
qui metterò solo una selezione veloce di immagini.

Queste foto sono di Zion. In generale per fare canyon 
in america bisogna prepararsi al fatto che bisogna camminare tanto. 
Ci sono pochi sentieri, poche strade e tanta wilderness.

Qui con un megagruppo alla partenza di una discesa, abbiamo fatto il record del canyon con 15 persone !

Una partenza di calata piuttosto stretta....

Un altro canyon eccezziunale veramente....


A Zion ci sono molti canyon, in media più facilmente accessibili delle altre zone dello Utah.


Alcuni canyon richiedon lunghi avvicinamenti, in questo caso 10 km di marcia partendo la mattina prima dell’alba per affrontare una discesa di 10-12 ore.


Sopra in alto, due immagini di una discesa effettuata in 2 giorni con bivacco intermedio, è stata la prima ripetizione di una discesa aperta 15 anni fa. 

Un simpatico incontro durante una discesa, non sono pericolosi... alcuni li prendono come animali domestici ! Però sono in grado di saltare fino ad un metro di altezza.... per catturare piccoli uccelli o altre prede.

Un moschettone usurato dopo due discese in canyons dove la corda si sporca di sabbia.
Passiamo ora al Colorado Plateau, una zona grande come quasi metà delle 
nostre Alpi dove ci sono centinaia di canyon. Principalmente 
sono scavati nella roccia rossa, l’arenaria, il Navaho sandstone. Forma i canyon 
esteticamente più belli, soprattutto per i colori della roccia.

In alcune esplorazioni utilizziamo una barca, 
dalla tipica forma locale molto diversa da ciò che si trova in Europa o nei mari del mondo.







La varietà dei canyon e delle situazioni da affrontare è pari alla fantasia umana..., certo 
spesso ci si sporca di sabbia ma è solo per poco tempo.

Qui la barchetta ci aspetta alla fine del canyon, l’organizzazione è al top.

L’avvicinamento su sterminate rocce lisce e aderenti è tra i più comodi al mondo, ma non è sempre così....

Ci sono anche passaggi molto fisici dove bisogna muoversi senza assicurazione e con decisione

Un passaggio tecnico da risolvere con metodi alternativi, non ci sono ancoraggi nè sopra nè sotto...




Qualche sorpresa poco gradita può anche capitare, sopra 
una log soup = minestra di legno/detriti, qui sopra una delle tante marmitte 
trappola da cui bisogna uscire tassativamente, e una vista dall’alto di 
una parte di canyon, un paesaggio di cui è impossibile stancarsi.
Passiamo adesso all’ultima parte dove ho esplorato 
dei canyon affluenti del Grand Canyon, in Arizona, come a primavera. Qui niente relax, 
ci si muove dall’alba al tramonto, circa 12 ore al giorno, colazione e pranzo non sono previsti, 
si sgranocchia qualcosa camminando o nelle soste durante la discesa dei canyons.

Qui un tratto nell’arenaria rossa, alcuni strati formano canyon e sono 
di arenaria, altri come sopra sono strati calcarei, lo schema degli strati si trova 
nel report di Aprile: Grand Canyon. Spesso tra una zona interessante e l’altra si 
cammina parecchi kilometri in strati franosi, non ci sono sentieri di sorta.


Con la stessa squadra di aprile esploriamo altri affluenti del Colorado, 
Todd sta preparando una guida che uscirà a breve


Alcuni canyon calcarei sono splendidi, anche qui riusciamo a scendere usando quasi unicamente
 ancoraggi naturali, uno spit lo mettiamo perchè non c’è niente a disposizione da usare.



Una calata di 80 metri prima di sbucare nel colorado, tutto è gigantesco: GRAND CANYON non a caso!




Certo quando si raggiunge il Colorado bisogna navigarlo obbligatoriamente 
fino a raggiungere un altro affluente da cui sia possibile risalire, 
e non tutti lo consentono. Per navigare usiamo i canottini monoposto, che ci portiamo nello zaino. 
Ci stanno giusto le chiappe e lo zaino tra le gambe, abbiamo anche due mini pagaie. 
Quando incontriamo dei gruppi che passano in rafting ci guardano come se fossimo dei dementi, 
comunque l’attività è autorizzata.... dimenticavo, qui ci vogliono dei permessi.
Ranger Todd in navigazione. Con questi galleggianti (packraft) riusciamo anche 
a passare buona parte delle rapide del Colorado, non le più grandi.

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