Riattrezzamento di questa breve ma intensa discesa
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La prima cascata che abbiamo attrezzato vista dall'alto. |
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La sosta al frazionamento della grande cascata. Qui la parete è
verticale e non c’è niente per appoggiare i piedi, bisogna avere le
staffe. L’anello a sinistra è il punto di arrivo del mancorrente. La
sosta è al centro e a destra una placchetta di servizio per appendere lo
zaino o farci stare un’altra persona anche sè è scomodo. |
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Andrew in cima al mancorrente/calata dove inizia la grande cascata. Certo che
se quel blocco incastrato dovesse scendere la sosta di partenza
resterebbe fuori portata. |
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Panoramica
verso il basso. Il Cuccio è un canyon breve ma molto tecnico ed
impegnativo a livello della grande cascata. La portata di solito è molto
forte.
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Andrew arriva.
Per passare i punti intermedi del mancorrente servono le staffe. Sotto
ci sono 60 metri di cascata spumeggiante. Andrew fa parte dei R.I.G.,
sarebbe la versione decaduta dei N.O.C.S.
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Tipica foto RIG, in sosta prima del calatone.
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Andrew si cala, sono 55 metri per arrivare in fondo, si finisce sotto la doccia prima di arrivare in fondo. |
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Dopo il
cascatone ci sono dei dislivelli più piccoli. La particolarità di questa
forra è che gli strati di calcare sono perpendicolari al senso di
scorrimento dell’acqua. Si formano così delle grandi quinte veramente
uniche alte quasi 100 m.
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Un tratto piano preannuncia un’altra cascata.
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La cascata,
anche qui riattrezziamo tutto inox. Si vedono bene gli strati paralleli
di calcare, come anche sul cascatone più a monte.
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Una curva a 90°. Le pareti sono sempre molto alte. |
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Segue un canale, in fondo si vede un macigno
incastrato, ci sono rami e tronchi trasportati dalle piene a circa 4
metri di altezza sopra l’attuale livello dell’acqua.
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L’ultima parte di canyon diventa più larga e facile, in 10-15 minuti si arriva alla centrale elettrica da dove si esce. |